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©Riccardo Panozzo

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Cosa resta oggi di un'opera coreografica considerata una pietra miliare della storia della danza occidentale dell’inizio del XX secolo? In che forme e in quali corpi è sopravvissuta nel tempo? Chi ne raccoglie l'eredità e perché? In quali contesti culturali e geografici può riemergere? Come è stata trasformata dalle molte rivisitazioni susseguitesi nel corso di oltre un secolo? Come risuona nei coreografi di oggi e che valori può trasmettere in futuro?

 

Il progetto Swans never die invita il pubblico a pensare a La morte del cigno, un solo considerato una pietra miliare della storia della danza del XX secolo, come un’opportunità per conoscere stili, tecniche, identità e culture. Le istituzioni partner del progetto propongono una programmazione congiunta (in presenza e online) che alterna spettacoli, workshop, incontri con gli artisti, webinar e residenze artistiche per invitare il pubblico a scoprire le diverse possibilità di mettersi sulle tracce di un classico grazie alle sue riletture contemporanee. Seguendo le tappe di questo viaggio tra storia e memoria lo spettatore avrà modo di scoprire un’opera coreografica del passato e le molte forme di esistenza della danza nel tempo da quando fu coreografato da Michel Fokine per Anna Pavlova nel 1905.

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Coordinamento Scientifico

Susanne Franco - Università Ca' Foscari Venezia

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